197 tempo stesso che il generale Anselmo penetrava in Nizza e nella Savoja, e l’ammiraglio Trngnet si aggirava per le acque di Villafranca sino al golfo di Juan, pronto a sbarcare le sue genti ovunque 1’ opportunità si presen- , tasse. I Piemontesi, a tanto pericolo, cercarono di afforti-ficarsi con artiglierie presso Samparelliano, ma assaliti dal generale Laroque improvvisamente nella notte del 21 settembre prima che fossero del tutto ordinati, stimarono fortuna potersi precipitosamente ritirare. Alla caduta di Samparelliano, tenne dietro la perdita di parecchi altri luoghi e castelli, le gole della Savoja venivano in potere dei Francesi, la stessa Ciamberì in quel primo spavento fu ad essi abbandonata, del pari che il passo di Monmeliano. Oneglia, che avea accolti a schioppettate i parlamen-tarii di Truguet, fu presa e data al sacco, al ferro e al tùoco, ma inoltrandosi l’inverno, la flotta tornò a Tolone, e così pure le armi di Montesquiou, già divenuto padrone di tutta la Savoja, per allora posarono. Tante vittorie dei Francesi da tutte le parti destarono l’ammirazione e insieme la costernazione dell’Europa; si sollevavano i popoli all’ entusiasmo, e concepivano insolite speranze; sbigottivano i principi che cominciavano ad avvedersi quale nemico avessero di fronte ; cadeva 1’ animo* a’ fuorusciti ; dimenticava la Francia le carnifi-cine del terrorismo, e perfino vedeva in questo 1’ origine della sua salvezza e de’ suoi trionfi. Il Consesso nazionale erasi per la prima volta adunato il dì dopo la vittoria di Valmy (21 settembre 1792), e primo suo atto fu il decreto che dichiarava 1’ abolizione della monarchia. Il governo di Venezia trovava in tali avvenimenti sempre più motivo di applaudirsi del suo sistema di neutralità, e di tenervisi fermo ; già i Savi del Collegio, di-