423 che la Casa d’ Austria potesse esser tentata di spiegare a danno dell’ integrità dei territorii della Repubblica ; sarebbe quest’ alleanza tale provvedimento che guarentirebbe nell’ avvenire la sua politica esistenza, nè avrebbe neppur uopo d’essere tenuta segreta, poiché la casa d’Austria non poteva trovare strano, nè impedire che la Repubblica di Venezia cercasse di assicurarsi da quei sinistri effetti che potrebbero ad essa derivare dal cambiamento di quei principii, che aveano finora mantenuta la buona corrispondenza tra le due potenze, e quando l’Imperatore vedesse la Prussia veramente unita alla Repubblica di Venezia, troverebbe del suo interesse di nulla tentare contro di essa. Così però non giudicavano gl’inquisitori o piuttosto i Savii del Consiglio, i quali perfin trascuravano di dar comunicazione del fatto al Senato, nè si lasciarono sviare per nulla dalla loro politica d’inazione. Fu accecamento, fu singolare fenomeno d’un governo che s’immaginava di star fermo, inconcusso, mentre tutto intorno a lui era movimento, era rivolgimento d’idee e di Stati ; ma resta a vedersi se 1’ alleanza della Prussia avesse potuto salvarlo. Qual soccorso avrebbe essa potuto dargli, essa così lontana, separata dai veneti territorii per tutta la Germania e per gli Stati austriaci, coi quali avrebbe potuto mettersi a repentaglio di guerra, in un tempo in cui la difesa comune contro l’invasione francese richiedeva l’unione di tutte le forze tedesche ? La Prussia avrebbe corso spese e -pericoli per salvare la Repubblica di Venezia ? È lecito dubitarne. Intanto le male arti francesi non quietavano. Ne davano frequenti cenni ed avvisi i dispacci dell’ Ottolini capitano e vice podestà di Bergamo agl’ Inquisitori ed al Senato ; scritti, emissarii, libri, tutto jnettevasi in opera