266 ni nuovi, di pensieri, di tendenze affatto differenti, coi quali non sarebbesi potuto far patto durevole, e stringere amicizia, che il domani non fosse rovesciata, per dar luogo forse a progetti, interessi, determinazioni affatto contrarii. Se a patti d’ accordo aveano condisceso Toscana, Prussia, Spagna, trovavasi quella per la sua giacitura, meno immediatamente esposta ai pericoli, non timorosa dell’ Austria a cui era per parentela congiunta, e poi i successi mostrarono come neppure la sua condiscendenza e la sua pace coi Francesi non bastassero più tardi a salvarla ; quanto alle altre due erano grandi potenze, la cui totale invasione e conquista non sarebbe stata sì facile alla Francia, e alla quale dovea piuttosto molto più importare di tenersele amiche staccandole dalla colleganza. Mentre dunque tutte queste considerazioni doveano far andare molto ritenuto il governo veneziano nell’ abbracciare apertamente la parte francese, dovea esso dal-1’ altro canto cercar di conciliarsene 1’ animo più che fosse possibile, vedendo i suoi progressi sempre maggiori in Italia, e temendo a ragione delle sue armi, e più ancora dell’ influenza de’ suoi principii sovversivi d’ ogni governo, i quali ogni giorno più doveano guadagnare pi’oseliti per le seducenti prospettive di felicità che presentavano alle immaginazioni, per 1’ opera nascosta, ma efficace dei molti mandatarii, per gli scritti, i giornali, gli emblemi che ad onta di tutta la vigilanza degl’inquisitori, a ciò eccitati fino dal febbraio 179l2‘2 dai governi di Milano e di Torino, trapelavano. Qualunque partito determinativo apparir dovea dunque ruinoso ; solo a seguirsi quello del destreggiare ed attendere. Per ciò rispondeva il Senato al memoriale di Lalle-ment (1) tornando sulle assicurazioni della più sincera (1) 27 Feb. 179526 Esposizioni Prìncipi.