451 la Germania già da più mesi no ardeva, sospintavi da interessi non suoi, senza averla mai essa nè deliberata, nè voluta. La Corte di s. Peterburgo per la distanza indifferente, per la sua costituzione aliena da tati* i movimenti di Francia, dopo averne rimirato come spettacolo i primi avvenimenti, incominciò a contemplarne con attenzione 1’ emigrazioni e li effetti che queste emigrazioni destavano nei paesi e presso le Corti circonvicine. Essa, occupata ogni ora profondamente dei pensieri dell’ avanzamento della gigantesca sua grandezza, imaginò, che quelle vivaci scintille, qua e là disperse, se fossero opportunamente riunite e di legger soffio alimentate potrebbero destare forse un incendio non inutile nelle cireostanze alle proprie mire; in ogni caso poco sarebbe perduto a tentarlo. L’Imperatrice adunque accolse con bontà, ed anche con liberalità li primi emigrati, che si portarono a lei ; essa si dichiarò la protettrice di tutta la nobiltà francese. Essa li appoggiò in tutte le Corti forestiere e 1’ incorraggì, (da che dicevano essere furti dì numero e di aderenze interne) a rendersi vieppiù forti colla riunione sotto i lor principi ; essa li animò a fare delli arditi tentativi, e somministrò anche dei soccorsi in danaro per fare li primi armamenti o preparativi. Tatto questo, se fossero in allora entrati nel regno, avrebbe potuto prodnrre una guerra civile in Francia combattuta con alterne vicende, e forse con successo se alla bravura si fosse aggiunta la moderazione ; ma l’intelletto profondo di Catterina contemplava anche più. QueHe unioni armate destavano la gelosia e 1’ odio della Francia, e in mezzo ai furori dell’ anarchia e del fanatismo nazionale era ben difficile che si rispettassero i sacri limiti delle frontiere. Il trattalo di Pilniz da lei (Catterina) promosso, non ebbe in prima vista che 1’ oggetto di unire i due principali sovrani di Germania insieme alla difesa di tutt’ i limiti e delle immunità dell’ Impero Germanico, dal che ne discendeva, che se mai questi fossero ostilmente dalla Francia violati, ambedue si stringevano a rivendicarli in guerra aperta. Pretendesi che per cementare vieppiù questa unione erano anche contemplate le rindennizzazioni, che ciascuno dei contraenti prenderebbe in caso di essere tratto a guerra ed a spese dalla violenza de’ Francesi. Io non assevererò dinanzi a V. Seron. 1’ esistenza ed il contenuto di questi secreti articoli ; ma ben posso assicurare che una copia -di questi articoli come autentica fu mandata al Re Luigi decimosesto dal sno ministro residente in al-