308 blica avea dichiarata la neutralità disarmata, troppo bonariamente affidandosi alla santità dei trattati e alla naturale equità, non avea forzo pronte sul luogo, nè la piazza di Peschiera era in tal condizione da poter opporre valida resistenza ; ei ben sapeva che il menomo atto di ostilità contro 1’ Austria, esponeva la Repubblica a vedere il suo territorio invaso dalla parte del Tirolo e del Friuli ; ei ben sapeva che chiamar in soccorso, siccome egli pretendeva, i Francesi, era oltre all’ avvolgersi in quella guerra che il Senato avea appunto deliberato di evitare, un dare il paese in balia del potente soccorritore, e pretendere che Venezia per far piacere a lui avesse a gittarsi in un mare di guai, era invero una domanda che superava quanto di arbitrario e di violento si fosse per anco inteso. Tanto solo potè ottenere il Foscarini, che 1’ abbruciamen-to di Verona fosse sospeso, ma in cambio dovette promettere che le truppe di Massena vi sarebbero ammesse senza resistenza, che esse occuperebbero i tre ponti dell’ A-dige traversanti la città, i quali sarebbero presidiati da truppe francesi, sino che le ragioni della guerra lo esigessero. Era questo infine lo scopo vero di tanto schiamazzo ; Bonaparte non volea se non un pretesto per occupare Verona. Il povero Foscarini, già mite e di poco a-nimo per natura, sbigottito al parlare focoso, alle minac-cie soldatesche di Bonaparte, senza istruzioni del Senato, e senza neppur modo da chiederne, giacché gliene fu perfino rifiutato il tempo ; coll’ incendio di Verona, la strage degli abitanti, la guerra dichiarata innanzi agli occhi, credette minor male cedere. Fu detto eh’ egli dovea come Piero Capponi esclamare : « Ebbene, voi suonerete le vostre trombe, e noi suoneremo le nostre campane », e chiamare il paese alle armi, somministrarne a uomini, a donne, a fanciulli con un fracasso di cannoni incessabile dalle lagu-