L75 bramento, che tutti questi contrasti partano da un principio più recondito e misterioso, coltivato forse negli arcani dei gabinetti delle tre potenze garanti, il di cui sviluppamento potrebbe essere di sommo discapito alla Polonia. A una lugubre catastrofe non sarebbe lungi dal somministrare occasione l’attuale entusiasmo inusitato e poco ben diretto della nazione polacca, il desiderio intempestivo, che regna in molti, di riparare i loro danni sofferti, e finalmente le divisioni interne, che sono le conseguenze inevitabili dei diversi partiti che agitano la Dieta ». Nè s’ingannava. Mossi dall’ amore della patria e della sua indipendenza, incoraggiati dall’ Inghilterra, dalla Porta e dalla Svezia, assicurati da un formale trattato della Prussia (29 marzo 1790) i Polacchi alzarono arditamente il capo, e il 14 luglio 1790 in una festa molto somigliante a quella della Confederazione di Parigi, giurarono una nuova costituzione. Ma le tante belle speranze in breve svanirono. Dopo la pace di Jassy, la Prussia avea trovato convenirsi ai suoi interessi di collegarsi colla Russia, e un nuovo esercito di Moscoviti penetrò nella Polonia; invano sostenne la nazione, guidata dal prode Kosciuzko, in valoroso combattimento la propria e giusta causa contro la preponderanza del nemico e il tradimento di parecchi tra’ suoi stessi fratelli, devoti allo straniero; una nuova divisione fu fatta fra Caterina II e Federico Guglielmo (aprile 1793) annuente 1’ Austria, alla quale non meno che all’ Inghilterra veniva offerto in compenso il comune concorso nella guerra contro la francese rivoluzione. Contro la quale disegnava pure bandire una specie di crociata il re di Svezia Gustavo III, che entrato in istretta relazione coi fratelli di Luigi XVI e coi fuor-