37 aeooinpaguato ila qti«llo dell*-* altre chiese, annunziava •juella sera la solennità e vi disponea i cittadini, mentre nella susseguente mattina dallo spuntar del di fino al momento del cominciar della festa, vedeasi tutta la città animala d’uno straordinario movimento. <^uì si apprestavano le barche, là si ornavano le botteghe e le finestre; questi atiaccendavansi a portar fiori ed ornamenti alle dame, quelli i nuovi vestiti ai giovani eleganti; chi correva a noleggiare una gondola od altra barca, dii a procurarsi un buon posto opportuno a contemplare da esso lo spettacolo. Tutto lungo il canale che conduce da s. Marco a san Nicolò del Lido schieravansi intanto i legni militari e mercantili pavesati a festa; sulla riva degli Schia-voni rimpetto ad essi erano alzati vaghi padiglioni, le finestre si ornavano di velluto, tappeti e damaschi a differenti colori. Giunta 1’ ora dell’ imbarco, al suono di tutti i bronzi della città, usciva il Doge dal suo palazzo preceduto dagli scudieri, dai pifferi, t.ubatori, porta-stendardi, dal gastaldo ducale, dal Misxier (¡rande, o capo della sbirraglia, dal porta-stocco, dalla sedia curale, accompagnato da tutta la Signoria, dal gran-cancelliere, dal Nunzio Apostolico, dagli esteri ambasciatori, e da alcuni altri dei principali magistrati, e giunto alla riva della Piazzetta entrava col suo seguito nel pomposo naviglio. Lo sparo del cannone della fasta, posta dirimpetto alla Piazzetta, dava il segnale della partenza, e fra i replicati tiri del cannone degli schierati vascelli, procedeva verso il Lido. Le tre grandi barche dorate del Doge, dette Peatoni, sta-vangli per ogni evento sempre accanto, e immediatamente succedevano le gondole dorate del nunzio pontificio, degli ambasciatori e del patriarca, di particolar forma e addobbamento ; indi seguivano sei grosse galee vagamente dipinte e dorate, adorne di panni di seta e con