conseguenze di tale deliberazione, sotto ogni più delicato riguardo politico e interno. Venne in suo appoggio il Savio del Consiglio Molin, notando esser cosa contraria ai metodi ed agl’ istituti del Senato che i voti trovati nel bossolo non sincero, chiesto dal nobile proponente, avessero a promuovere una concreta determinazione, anziché semplicemente eccitare a studii sull’ argomento. Rispose il Barbaro dichiarando, eh’ egli infatti non intendeva se non di ricercare studii per. parte del Senato sopra lo cose da lui ricordate. Ma levandosi il Savio del Consiglio cav. Pietro Dona, prese a provocare colla sua orazione il Senato a maturamente riflettere tanto sopra gli oggetti notati dal Barbaro, quanto sopra le difficili attuali emergenze, le quali concorrendo a rendere in sommo grado ristrette le facoltà del Provveditore, impedivano eh’ egli potesse utilmente rispondere ai comuni voti. Insistette sopra le conseguenze pericolose, che da qualsiasi innovazione derivar potrebbero ai pubblici riguardi, tanto per parte degli Austriaci quanto dei Francesi, non lasciando inoltre di considerare come fosse necessario usare di tolleranza fino a tanto che un miglior aspetto di cose non offerisse opportunità più favorevole per sollevare i sudditi dal peso di tanti mali. Consentì il Barbaro a riformare la sua proposizione, quella dei Savi fu approvata con pienezza di voti, e anche questa volta tutto finì nel non far niente, e lasciar che le cose continuassero il malaugurato lor corso. Il ‘20 luglio comunicavano gl’ Inquisitori al Collegio le notizie loro pervenute dell’ assedio di Mantova : che i Francesi non ostante le perdite gravissime sofferte a causa della vigorosa difesa del nemico e delle malattie, erano tuttavia prossimi ad impadronirsi della piazza ; che le loro bombe arrivavano fino alla cupola della Basilica