317 Vienna, essersi sparse le armi austriache su varii punti del territorio veronese fuori della strada convenzionale, con grave peso di quei miseri villici, ed avere con un colpo di mano occupate le fortezze di Peschiera e della Chiusa, e la terra di Lazise ; così la lesione de’ più sacri diritti d’un principe neutrale aver somministrato motivo ai generali francesi d’intimare l’immediato total incendio della città di Verona, per evitar il quale era stato costretto il veneto proveditor generale a tollerare il loro ingresso nella città medesima (1). Laonde la condiziono della Repubblica non presenta d’ ora innanzi che una serie non mai interrotta, anzi sempre crescente di querele, di rimostranze, di suppliche, di concessioni ad ambedue le Corti (2), condizione atta a destare nello stesso tempo e compassione e sdegno verso il debole governo, ma insieme abbominio alle violenze, ai soprusi, ai tradimenti, da ambedue le potenze guer-reggianti esercitate contro 1’ innocente Repubblica, valendosi del tremendo diritto del più forte ; e se in mezzo a tanta abbiezione da una parte, aJ tanta prepotenza dal* 1’ altra, pur rimane ancor luogo all’ ammirazione di alcune virtù individuali e di annegazione, tutta si spetta a quei rettori, che per corrispondere alle idee del governo, e mantenere nella moderazione i sudditi, non ebbero riguardo al sagrifizio della propria persona e degli averi (3). (1) Ibid. Senza che la E. P. pigliassesi la cura di lagnarsene!, scrive il Darù t. IX, p. 24 relativamente alle violenze degli Austriaci. (2) Vedi le varie filze delle Delib. Sen. Mil. T. F- (3) Scriveva tra altri il 18 giugno Girolamo Barbaro capitano e podestà a Vicenza : « Tutto ho sagrificato in quel giorno (della fuga di molte famiglie da Verona) alla tranquillità della Provincia affidatami, e dimentico di esser marito e padre, non seppi occuparmi che dei doveri del cittadino, onde distruggere nel popolo quello impressioni di terrore che si scorgeano dipinte in quasi tutt’ i volti,