859 patria accorrevano sotto le bandiere, e specialmente i bravi Tirolesi, calava nuovamente dai monti alla grande impresa di restituire 1’ Italia all’ Imperatore, od almeno a liberar quella città. Molto superiore di numero all’ esercito francese, divisava fare dimostrazioni colla sua sinistra sopra Legnago e Verona, portare il grosso delle sue genti sulla strada che conduce dal Tirolo al Monte Baldo, spingere la destra su quella che va a Gavardo e a Brescia, nella speranza di avviluppare 1’ esercito francese, e di costringerlo ad arrendersi. Il 29 luglio 1’ esercito imperiale si mise in movimento. L’ ala sinistra comandata dal generale Davidovich discese la riva sinistra dell’ Adige per Ala e Peri, alla volta di Dolce, mentre una colonna sotto il generale Messaroz dirigevasi su Verona (1). Il centro condotto dallo stesso maresciallo AVurmser- si avviò fra l’Adige e il lago di Garda verso Montebaldo. Il generai Melas coll’ ala destra si diresse a Lumini pel declivio del Montebaldo, nel tempo stesso che un corpo separato sotto gli ordini del generale Quosdanovich scendeva lungo la riva destra del lago di Garda per Riva e Salò per attraversare poscia le montagne di Gavardo e dirigersi sopra Brescia. Investiti da così sproporzionate forze Massena e Joubert dopo maraviglio-si conati si videro costretti a retrocedere, la vittoria sembrava favorire le armi austriache che entravano a Verona, occupavano Salò (29 luglio), obbligavano i Francesi a sgomberare da Brescia. Bonaparte conobbe che non c’ era tempo da perdere, e che le rapide mosse degli Austriaci con eserciti tanto superiori di numero richiedevano un disegno ardito, che potesse ad un tratto annullare tutte le loro operazioni. Prese prima di tutto la pron- (1) Histoire des guerres des Français en Italie, I, pa.g. 137.