89 tre colà tenevasi il solenne banchetto, non v’ era si può dire famiglia che non facesse in quel dì lauta mensa, e copiosi erano i pranzi nei giardini della Giudecca. Succedeva nel dopo pranzo il così detto Fresco, o corsa di barche nel canale della Giudecca, ove vedeansi scorrere migliaia di gondole ben ornate e piene di eleganti dame, mentre i giovani patrizii in certi loro svelti barchini, rapidamente lambivano appena lo onde, o volteggiavano intorno alla barca or di questa or di quella dama, oppure leggermente vestiti dilettavansi dell’ esercizio del remigare e si disputavano la palma nella velocità del corso, mentre il popolo plaudiva dalle rive al vincitore, e dall’ opposta spiaggia della Giudecca corseggiavano o a vele o a remi le feluche, le galere, gli schifi, offrendo scena non meno della prima gradita, e con maraviglia grandissima del forestiere che ammirava il bell’ ordine di quei movimenti, la perizia nel ben dirigerli, onde nessuna confusione, nessun sinistro, neppur una idea di pericolo vi sorgeva (1). Cominciava la Fiera, e con essa i suoi divertimenti e spettacoli. Era circoscritto il locale della fiera da un edi-fizio di legno di figura elittica, che alzavasi tutto intorno alla piazza di s. Marco, lasciando alle quattro estremità opportuno spazio all’ ingresso e all’ uscita, e che conteneva tutte le botteghe. L’esterno della curva verso le Procuratie era destinato per le merci più comuni, però an-ch’ esse disposte con simmetria ed eleganza, mentre nel-1’ interno, che formava il centro della fiera, vedevansi porticati sostenuti da colonne ov’ erano le botteghe fornite delle merci più preziose, degli oggetti d’industria nazionale, dei capo-lavori delle belle arti, e d’altre rarità vaga- (1) Lamberti: Gli ultimi civqvant’ anni della Repubblica. Mss.