616 banche imperfetti dettagli relativi agli ossequiati loro comandi 12 aprile e 15 maggio passati. Jeri è arrivata la persona che attendevo da Parigi ed alla quale avevo raccomandato di prendere le possibili informazioni su di alcune generali questioni alle quali credetti dovere circoscrivermi per i motivi che umilmente rassegno. E il primo per non lasciar travedere allo stesso confidente un aperto sospetto sulle direzioni francesi. Secondo per non lasciar luogo nell’ amico mio ad alcun dubbio sulle circostanze de’ suoi rapporti, qualor mai questi combaciassero con quelli che pervennero a YV. EE. e che ho potuto astrattamente conoscere a questa parte. Le quistioni sulle quali 1’ ho incaricato a voce sono le seguenti : « Quali sono le viste dei Francesi sopra l’Italia'? Quali sono i mezzi che pensano impiegare per verificarle ? Se la neutralità della Serenissima Repubblica di Venezia sarà rispettata. Se ella può temere, e cosa dal canto francese. » Prima d’ entrare nel dettaglio delle fattemi risposte, devo a scarico della mia delicatezza rassegnare a VV. EE. il nome e la qualità del soggetto. Egli si chiama Dagobert Guissendorffer di famiglia tra le migliori di questo paese, uomo di sana perspicacia, abituato agli affari, che sempre si è spiegato di principii aristocratici e quello stesso di cui mi sono prevalso per far valere a Parigi i titoli autentici dell’eccellentissimo cavalier procurator Erizzo per la somma di oltre un milione e mezzo di franchi, uomo in conseguenza a tutte prove onesto. Egli dunque mi disse, che si ha procurato 1’ occasione di cenare una volta con Robespierre, un’ altra con Couthon, e due altre con due segretarii del Comitato della pubblica sicurezza ; che tutti mettendo insieme i ragionamenti e le risposte di questi soggetti, gli pare di poter asserire che le viste sull’Italia si riguardano da’ Francesi come del maggior interesse, lusingandosi che qualor penetrati vi sieno, avranno dei mezzi di sussistenza quanto a’ grani, di ricchezza quanto agli spogli, che possono procurarsi sopra le genti aristocratiche, giudicando che le Potenze saranno allora obbligate a diminuire le loro truppe nelle Fiandre e sul fieno; locchè renderebbe inutili affatto gli sforzi delle medesime anche in questa campagna. Che per riescire nei loro progetti in Italia la loro maggior confidenza non era sulli mezzi militari, bensì sulle seduzioni e intelligenze che coltivano, e sull’ oro che vi spandono. Mi rapportò che uno fra i segretarii gli disse, ohe a quest’ ora 1’ Italia costava al Comitato undici milioni di lire di Francia, che queste erano state