corte di Vienna alla nomina d’un valente generale, op-ponevasi Bonaparte all’ adunamento di genti, ed il ministro Lallement presentava 1’ 8 luglio una memoria al Collegio, nella quale diceva (1) : che a tenore degli ordini testé ricevuti, egli avea a manifestare al Senato, che il governo francese non poteva vedere con indifferenza 1’ unione che si andava facendo da qualche tempo di soldati schiavoni, e di truppe nazionali a Venezia e nelle i-sole del suo distretto ; che il Senato non avea preso alcun provedimento di difesa, allorché gli Austriaci facevano passare nel territorio veneto corpi considerabili di truppe, e minacciavano introdurne anche per altre parti, in tutt’ i passati tempi rispettate ; perchè ora dunque tanta diffidenza verso i Francesi i quali inseguendo il nemico sullo stesso territorio, che esso viola ancora impunemente, sono costretti ad occupare, benché come amici, alcuni posti indispensabili al successo delle loro operazioni ? che doveva significare tanto adunamento di forze ? Stupirne tutte le popolazioni delle venete provincie, non poter esse darsi a credere, so non che sieno dirette contro i Francesi, opinione che vie più acquista di credito per le perfide insinuazioni dei fuorusciti e dei partigiani dell’ Austria, che vanno empiendo i caffè e le pubbliche piazze delle più scandalose espressioni. Il generale in capo dell’ esercito francese riguardare tali disposizioni come ostili, o come occasionate da una diffidenza ingiuriosa e contraria agl’ interessi della Repubblica francese. Il ministro di Francia aver dunque 1’ ordine di domandare una spiegazione franca e leale, e 1’ oggetto di tal movimento ; riposar egli veramente sulle asseveranze positive fatte dare col mezzo'del nobile Querini al Diret- ti) Esposizioni Prìncipi N. 178.