/ 242 si (1) richiamare il Pisani adducendo che nominato procuratore di s. Marco dovea venire ad esercitarne gli uffi-cii, mandando in suo luogo a Parigi altro personaggio appositamente designato, oppure trovando alcun altro ripiego per rannodare, senza la formale nomina d’ un inviato, la diplomatica corrispondenza. Proponevano alcuni s’ incaricasse di ciò il medesimo Pisani nel suo passaggio da Parigi, ma vi facevano ostacolo le sue credenziali dirette al re, anziché alla repubblica ; altri, che a ciò si adoperasse il segretario del Pisani, Lorenzo Vigno-la, finche fosse provveduto diversamente ; altri infine opinavano opportuno all’ oggetto il segretario Sanfermo nel suo passaggio da Parigi per recarsi al suo posto di residente a Londra. Era vicina a prevalere quest’ ultima opinione, quando il Savio di Terraferma Francesco Calbo si levò a protestare, che qualora la concorde opinione del Collegio avesse creduto necessario e d’ urgenza il mandare un ministro a Parigi, egli subordinando il suo voto a quello dei più esperimentati, confessandosi di poca previdenza per 1’ avvenire, di poca esperienza del passato, e senza abilità di governare le cose del presente, non a-vrebbe tuttavia tollerato che senza ben maturata discussione in Senato, la scelta della persona disegnata a tanto uffizio avesse a farsi tra altra classe che quella non fosse dei nobili, perchè credeva che i grandi affari dovessero sempre maneggiarsi da individui del corpo imperante, e che vi avevano maggior interesse, e perchè così aveano sempre fatto i maggiori, dei quali citava 1’ esempio della destinazione dell’ ambasciatore Giovanni Sagredo ad Oliviero Cromwell nel 1655, e del procuratore Sebastiano Foscarini al congresso dell’ Aia nel 1709, ove non avea (1) 26 feb. 179425.