420 che solo le esagerazioni della lettera da Verona aveanlo condotto a sospettare della lealtà del governo veneto ; che del resto sarebbe esemplarmente punito ogni eccesso che i soldati francesi commettessero ; solo raccomandasse ai varii governatori di volergl’ indicare in caso di lagnanza semplicemente quai provvedimenti desiderassero, senza accumulare un ammasso di favole (1). Ma già fino dal 4 novembre il Direttorio esecutivo avea scritto al generale Clarko in Italia (2) : « Codesti popoli (italiani) sono veramente maturi per la libertà? Son dessi in condizione di difenderla da sè soli o col nostro appoggio ? E in quest’ ultimo caso, quale sarebbe il numero delle nostre truppe .che potrebbero tenere al loro soldo ? Quali sono le loro disposizioni verso la casa d’Austria ? Ritornerebbero essi senza violenza sotto il suo giogo nel caso che la pace fosse conchiusa a questo patto ? Voi sapete i torti reali e gravi che Venezia ha verso di noi. Taluni che conoscono il paese pretendono che tutti gli Stati di Terraferma, principalmente i Bresciani, i Bergamaschi e i Veronesi, sieno ristucchi dell’orgoglio dei nobili veneziani, e disposti ad armarsi in favore della libertà. Incorporati alla Repubblica lombarda o divenuti suoi alleati, essi le darebbero nuova forza (3) ». (1) Tutte queste lettere che si trovano nei dispacci Provveditori T. F. mancano nella Raccolta cronol. (2) Paria 14 hrumaire an. V, (4 nov.) Darà XI, tra i doc. (3) Intorno a questi maneggi di pace scriveva Battagia il 14 die. : « Quale configurazione poi di cose sia per aver luogo colla pace, quali effetti della resistenza dei Francesi alla restituzione dei Paesi Bassi alla Casa d’Austria, cosa voglia dire che a fronte d’una pace di cui ormai nessuno dubita, Napoli aumenta anzi che scemare le sue truppe, non è facile imaginarlo. Quando pure, parlando della Corte di Napoli, essa non mirasse, al caso della mancanza del regnante Pontefice ad uno smembramento considerabile di quel dominio. Se ciò mai fosse, e si continuasse con l’altro di Ferrara e Bologna ridotte indipendenti, o destinate ad ingrandire qualche altro, le cose sariano incamminate in