120 Bassano, specialmente per libri liturgici e immagini di santi, che si diffondevano per tutta Europa. Era tuttavia oggetto di grande smercio e lucro la tanto famosa teriaca di Venezia, la cui fabbricazione andava unita ad un festivo apparato. Se ne esponevano dapprima in mostra elegantemente disposti tutti gl’ ingredienti ; festoni e ghirlande di vipere ne facevano singolare ornamento ; numerosi, robusti uomini con un berrettino giallo e piuma in capo, ordinati in doppia fila pestavano le droghe in grandi mortai di ferro, alzando e calando a battuta le pesanti lor mazze. Altri articoli speciali dell’ industria veneziana erano le corone di cocco e di legno per uso di preghiera ; le maschere e le casse di noce, che per antica tradizione formavano ancor parte del modesto corredo dotale delle fanciulle, e trovavano copioso smercio in Turchia, ove erano ricercatissime. Erano state sempre in grande rinomanza le tintorie veneziane. Fino dal 1B48 Giovanni Ventura Rossetti provvigionato dall’ Arsenale, dopo aver viaggiato varii paesi d’ Europa, raccogliendo ovunque notizie e cognizioni, avea pubblicato un libro su quell’ arte, che servì poi di base all’ opera le teinturier parfait, uscita in Francia nel 1716. I più belli scarlatti, le stoffe de’ più fini e durevoli colori erano fornite dalle officine veneziane, e dello scarlatto principalmente facevasi tale segreto, che quando se ne preparavano gl’ ingredienti, spargevansi nel popolo uggie di demonii e di spiriti folletti che vi dessero mano. Anche le arti hanno i loro eroi, e tale può dirsi il Briati, il quale per imparare come il vetro si riducesse in nezia, oltre all’ interno consumo nel 1792, circa sedicimila colli cioè settecentomila risme all’ incirca, di cui poi più della metà andava in Siria, Egitto, Asia Minore e Barberia. Ibid,