33 borsellino di soldi di rame per comperarsi, come dicevano, un paio di pianelle. Smesse di poi codeste costumanze, l’uso però si mantenne che quando il doge andava in funzione nelle sue barche dorate, lo accompagnavano i Povegliesi in una peota col suono delle trombe ; essi precedevano il Bucintoro nel dì dell’Ascensione, facevano ala sul ponte pel quale passar doveva il principe recandosi dal suo palazzo al naviglio, e da questo a quello, essendo loro anche permesso di prendergli la mano e baciargliela. Ma sopra ogni altra era singolare la consuetudine dei Povegliesi la domenica susseguente al solenne dì dell’Ascensione. I loro capi in numero di sedici o diciotto col cappellano alla testa, entravano nell’appartamento del doge, che vestito di porpora, con berretto di egual colore in testa, seduto li riceveva con molta umanità, e schieratiglisi intorno, il cappellano prendeva a parlare per tutti, li presentava come i veri discendenti di quelle onorate famiglie, che dagli antichi tempi non mai tralasciavano di adoperarsi in servigio dello Stato, rammentavagli le promesse di mantenere ad essi gli accordati privilegi, e pregavalo di voler loro continuare la sua speciale protezione. Assicuravali molto benignamente di tutto il doge, ed essi allora, quasi dimenticando che erano davanti al principe, nè in lui più considerando se non il padre, si gettavano sulla sua destra, gliela stringevano, gliela baciavano, e come ciò non bastasse ad e-sprimere in tutta 1’ effusione la loro gioja e 1’ affetto, un grosso bacio gl’ imprimevano sulla guancia. Atto confidenziale, non so se più sorprendente per parte del popolo, che con tanta franchezza e senza cerimonie manifestava i suoi sentimenti al principe, o per parte di questo che tal costume tollerava. Passavano poi i buoni Povegliesi in una sala del palazzo ov’ era loro imbandita una Voi- IX. 5