22 folla intorno ai ciarlatani, ai saltimbanchi, all'improvvisatore, ai suonatori, ai cantanti girovaghi. « Osservai, scrive il viaggiatore inglese Beckford (1), in mezzo alla •¿olla gran numero di Orientali, ed in ogni angolo udiva parlar turao ed arabo; qui predominava il dialetto slavo, là un gei’go greco. Se la chiesa di s. Marco fosse stata la maravigliosa torre e la sua piazza la strada »principale di Babilonia, difficilmente avrebbe potuto esservi maggiore la confusione delle lingue. » Non ostante a tanta affluenza di popolo (2) e di forestieri, e alla conformazione della città sì opportuna alle notturne insidie, prevalendo 1! indole buona del popolo, rare vi accadevano le aggressioni e i grandi furti, mentre per lo contrario molti vi erano i borsaiuoli ad onta della severità delle leggi. Il forestiero o il cittadino che si facesse accompagnare di notte, stante la poca illuminazione della città, da un codega con lampione (così cliia-mavansi certi uomini dedicati a tale servigio in varie stazioni e a convenienti prezzi, conosciuti e guarentiti dalla polizia) era sicurissimo, come onestissimi erano i gondolieri di casa e di traghetto (3). Dal che si vede qual fede meritano quei romanzieri e poeti che popolarono Venezia (t) Italy with sketches ofSpain and Portugal by William Beckford esq. 1780. (2) Nel 1797 era composta di 149,476 abit.la popolazione di Venezia. a S. Marco 479 morti 756 Castello 1560 -- 2952 Canareggio 1098 » 1557 San Polo 321 » 435 Santa Croce 577 » 690 Dorsodnro 893 » 1163 4928 7553 Foglio a stampa, nell’Arch. della famiglia Manin. (3) Passaggi da una sponda all’altra del canale, in varii punti della città.