BB‘2 torio a Parigi, e continuamente ripetute dal procurato!’ Pesaro della sincera e costante amicizia della Repubblica veneta per la francese, ma il generale attendeva dalla saviezza del Senato la cessazione immediata d’ un armamento, la cui continuazione giustificando i suoi sospetti, lo determinerebbe a passi atti a distruggere in un istante quella buona intelligenza che i ministri rispettivi dei due governi si sono ingegnati d’ intrattenere sino al presente, e che solo una pronta e soddisfacente risposta potrebbe mantenere. Pino dal 4 giugno (1), a richiesta dell’ ambasciatore Lallement, era stato nominato il cav. Pesaro in qualità di conferente di Francia, ossia incaricato di trattare con quel ministro sulle cose occorrenti, con 1’ obbligo di riferire di volta in volta al Senato, e quel ministro aveane testificato sommo aggradimento. Per mezzo del Pesaro adunque facevagli il Senato pervenire la risposta, in cui rinnovando le proteste di amicizia verso la Repubblica francese, e il fermo divisamente di mantenere la più imparziale neutralità, di cui avea già date indubbie prove, confidava che l’onorevole conferente avrebbe già potuto ne’ suoi colloquii rischiarare gl’ ingenui ed innocenti oggetti degli attuali indirizzi ; tuttavia voleva il Senato richiamare alla memoria del ministro come la Repubblica, fidando nella lealtà e sincerità delle belligeranti potenze, si era astenuta dal fare provedimenti e precauzioni per assicurare la esterna tranquillità de’ suoi Stati, tutte volgendo le sue cure a mantenere 1’ ordine e la calma nei proprii sudditi ; su questa medesima base continuava a riposarsi, ma prevedendo pur troppo il caso che fossero a verificarsi vive azioni di guerra in località vicine alla (1) Esposizioni Principi N. 178.