149 dii, dal rigore e dall’ arbitrio nelle percezioni, dagl’ inceppamenti posti al commercio e all' industria, dalle barriere che rendevano le diverse parti del regno straniere le une alle altre, dalle pesanti gabelle, che esigevano grandi spese per la riscossione, dall’ impoverimento delle terre spettanti alla Corona, dalla degradazione delle foreste regie, terminando coll’ enumerare gli oggetti che costituir doveano le riforme ed erano : 1.° le assemblee provinciali che avrebbero avuto a formarsi dai possidenti ; 2.° una imposizione territoriale da estendersi sopra tutta la superficie del regno, senza altre distinzioni se non quelle risultanti dalla diversa qualità del suolo e dalla varietà del ricolto ; 3.° il rimborso da ottenersi dei debiti del clero ; 4.° la soppressione della capitazione e d’ ogni tassa personale pei nobili ; 5.° una riduzione sulla totalità della taglia ; 6.° l’intera libertà del commercio dei grani nell’ interno ; 7.° 1’ abolizione dell’ opera personale obbligatoria dei villici nei lavori pubblici ; 8.° le dogane da stabilirsi soltanto alle frontiere, e con una tariffa uniforme ; 9.° l’infeudazione dei beni della Corona, eccetto le foreste, riguardo alle quali però sarebbe a proporsi una miglior forma di amministrazione. Doveva parlare altresì dello stato civile da accordarsi ai Protestanti, ma poi se ne astenne per allora, onde non accumulare troppe cose in una volta, e temendo non forse quella proposta avesse accresciuto l’irritamento nel clero e nei privilegiati (1). Questo discorso di Calonne, anziché calmare gli animi, eccitò l’indegnazione generale nell’ assemblea per le reticenze notate quanto al vero stato dell’ erario, e per la vanità che nel ministro si appalesava ; nel tempo stesso (li Dispaccio 5 mai’zo 1787 coi relativi discorsi stampati.