172 di stima e di attaccamento sempre professati a sì illustre sovrano, qual era 1’ imperatore (1). E invero non avea la Repubblica motivo alcuno di dipartirsi da siffatto sistema di neutralità, dacché rinno-vavale la Porta le assicurazioni della sua amicizia, cercando anzi di farle render giustizia e soddisfazione di alcuni disordini avvenuti (2), sebbene avessero piuttosto i Turchi a dolersi dello sbarco di genti imperiali sulle coste della Dalmazia, dirette contro il Montenegro (3). Sola cura della Repubblica era, che essendo il Mediterraneo infestato dai corsari russi, greci e ottomani, i legni veneziani si adoperassero, sotto il comando allora dell’ Emo, a procacciarne la sicurezza ; protezione che accordata ad alcuni navigli francesi, valse a quel valente ammiraglio vivissimi ringraziamenti dall’ ambasciatore di Francia Choiseul Gouffier, espressi in assai onorevole lettera del 21 luglio 1788(4). Intanto la presa di Oczakow- e di Belgrado, e i progressi degli eserciti alleati sul territorio ottomano, spaventarono l’Inghilterra e la Prussia, che strinsero un patto, pel quale quest’ ultima impegnavasi d’intervenire all’ uopo colle sue truppe in favore del Turco ; e tutte due doveatio suscitare Gustavo III a dichiarar guerra alla Russia; promuovere nuovi disordini nella Polonia, soccorrere i Belgi nella loro rivolta contro l’Austria. Allora questa, per la mediazione della stessa Prussia, accettò il 27 luglio 1790 la convenzione di Reichenbach, alla quale tenne dietro la pace di Sisto v, che ricomponeva le cose tra la Porta e gli Austriaci colla restituzione dell’ acquistato e il delinea- (1) Filze Corti 17 maggio 1738. (2) 20 Sett. 1786 Disp. Bailo e fine raio 1778. (3) Dispacci 1788. (4) Vedi anche lettera dello stesso re Luigi XVI, t. VITI, p. 296.