247 lità di ministro presso di una repubblica, le imprese e le vittorie della quale attirano e formano sino da’ suoi primi anni gli sguardi di tutta la terra. Qual cosa poteva invero accadermi più lusinghiera, quale più gioconda di quella di comparire in cospetto al nazional Consesso di Francia a fine di confermare i sentimenti della perfetta amicizia che il Senato e la Repubblica di Venezia conservano per la Repubblica francese ? Spero, cittadini rappresentanti, di poter concorrere alla conservazione della perfetta armonia che ha sussistito sì lungo tempo tra le due nazioni ; tale è il voto sincero della mia, e sarà 1’ oggetto delle mie cure. Cercherò raggiungere questo fine con tut-t’ i possibili mezzi se potrò pervenirvi, e giustificando la scelta della mia patria, meritarmi la fede dì questo Consesso. E fossemi pur conceduto che nell’ ammirare vicino la sua sapienza, potessi nel tempo della mia missione veder splendere quel giorno, nel quale il Consesso alzandosi colle sue virtù al di sopra di se, volesse che i primi, i veri, i grandi frutti della sua gloria fossero volti al sollievo dell’ umanità sofferente, rendendo all’ Europa la tanto desiderata pace ». Rispondevagli il presidente : « Il Consesso nazionale mettere nel numero dei giorni felici per la Repubblica francese quello in cui compariva innanzi ad essa 1’ inviato dell’ illustre Repubblica di Venezia ; poter egli vedere in volto a tutti la contentezza comune ; antica essere 1’ amicizia tra la Francia e Venezia, ancor gemendo quella sotto la tirannide dei re, ora liberatasene; farebbe 1’ accordo più dolce ; pari in certo modo d’ ambedue il principio : Venezia in mezzo alle tempeste del mare, alla persecuzione dei barbari essersi formata superiore a tanti pericoli che la minacciavano, resa famosa per la sua sapienza e per gl’ illustri fatti, giudicando perfino