261 aperta la via al Milanese, e quando 1’ anno seguente il generale Scherer consegnava al giovane Bonaparte il comando di quel valoroso esercito, ben potevasi dire che gli consegnava insieme la chiave dell’ Italia. Centomila Repubblicani (scriveva il Lallement al Senato veneziano il 17 febbraio 1795?6 (1) dopo le inutili pratiche coll’ Inghilterra e coi confederati a Basilea) sono per discendere in Italia, non per conquistarne la menoma parte, ma per renderle la tranquillità respingendo di là dalle Alpi le orde austriache che da troppo lungo tempo la desolano, distruggendovi per sempre 1’ influenza di una casa ambiziosa che vuole soggiogarla. L’ armata francese si avvicina agli Stati di Venezia per assicurare 1’ esistenza politica di una Repubblica sua antica, costante amica, minacciata dalla lega formata tra 1’ Austria e la Russia, i cui vasti progetti non sono più ornai un mistero. Questo, avea detto egli ministro nel presentare le sue credenziali, questo il governo di Francia al veneto ambasciatore a Parigi ; i Francesi trattano i Veneziani come fratelli, rispettano i loro navigli, restituiscono quelli che per gl’ inevitabili disordini della guerra vengono arrestati, e compensano i danni. Ma se si confronta, continuava, questa condotta con quella de’ Veneziani, forza è convenire che la Francia ha diritto di lagnarsi e di chiedere spiegazioni. Mentre dopo la sconfitta degli Austro-Sardi sulla riviera di Grenova, i Francesi raddoppiano i loro sforzi per cacciare d’ Italia 1’ armata di Davins, chi potrebbe credere che il passaggio pel territorio di Venezia fosse aperto liberamente e senza misura a numerosi corpi di truppe, e a treni considerabili d’ artiglieria, che il nemico comune fa difìlare per il Tirolo, e che non po- 1796. (1) Esposizioni Prìncipi.