209 facoltà all' Alessandri di ritornare, e posta la cosa in silenzio, quel ministro presentava il 22 gennnio le sue credenziali in data 25 dicembre 1792 come Incaricato d’ affari del nuovo Consiglio esecutivo provvisorio della Repubblica francese (1). Nuovo imbarazzo era questo, e vivissima ne fu la discussione nel Collegio, al quale furono chiamaci ad intervenire anche i Savii usciti, formandosi la così detta Consulta nera, dal colore delle loro vesti. Non accettare le nuove credenziali equivaleva alia rottura d' ogni corrispondenza colla Francia, potenza sempre grande, ma allora più che mai formidabile : sarebbe stato un partirsi dalla professata neutralità, un porre a rischio il proprio dominio per la guerra al di fuori, per le segrete mene rivoluzionarie al di dentro. Dall’altro canto accettarla, era un riconoscere il nuovo governo, un irritare l’Europa coalizzata, un esporre le terre veneziane alla vendetta degl’ imperiali che da ogni parte la circondavano. Prevalse alfine l’idea, che era pur uopo cedere agli eventi, che la necessità potrebbe scusare la Repubblica agli occhi di governi bene ordinati e conoscitori profondi della politica, la quale è costretta a deviare talvolta suo malgrado dalle antiche massime. Così stabilito, il Savio di settimana cav. Girolamo Zulian portava il 26 gennaio 1793 la cosa in Senato, esponendola nei seguenti termini (2). « Si deve riflettere, diceva, che quantunque cambiatasi effettivamente dalla Francia la forma del suo governo, non si è giammai perciò interrotta la corrispondenza con essa, giacché rimase costantemente a Venezia l’Incaricato, e rimase aperta a Parigi, come lo è tuttora, la casa del veneto ambasciatore, sebbene egli personalmente lontano ; che questa medesi- (1) Esposizioni Principi filza N. 173. (2) Corti filza 1004. Yol. IX. 27