■a86 Nell’ atto terzo non ha altra cosa di notevole che le danze le quali s’ intrecciano nella tenda delle schiave del pascià nemico per rallegrare sua signoria e fuggir mattana. Il terzetto de’primi ballerini non ha fatto certa fortuna ; non se n’ è udito anzi un sol battimano : tutti gli applausi all’ incontro serbaronsi ad una bella contraddanza che dovrebb’ esser turchesca ed è di un genere grottesco e bizzarro , egregiamente danzata dalla prima quadriglia delle donne, e da tutti gli uomini in generale , che formano quest’ anno un corpo di ballo abile veramenle. La scena, con cui s’apre il quart’atto, ed in cui Crisa già ridotta in balia del pascià vincitore vuol torsi di vita, ingoiando il veleno, è troppo lunga, e troppo svolto e ripetuto il fiero proposto, tanto eh’ ella è sopraggiunta dal pascià che ne la impedisce, e tenta quindi sedurla. La situazione è di qualche eifello, e la Dcpaolis la rappresenta con molta verità ed espressione. Nel momento in cui alle invereconde proposte ella si ritrae inorridita, quel suo atto è seguito dagli applausi di tutti gli -spettatori. Crisa è tratta da sì terribil frangente dall’ arrivo del prode amatore, che a lei corre, ingannando con finte vesti i nemici, e commoventissima è la ricognizione di Crisa quando quegli gittate le bende bugiarde le dà a conoscere le amate sembianze, h