448 pitale. Si rimandò l’armata ; tutto fu attribuito dal popolo a debolezza, e il Ile rimase senza confidenza e senza forza. Allora fu che il disprezzo incominciò a subentrare all’amore, e le concessioni del Re non si riguardarono più come doni della bontà ma come conquiste sulla paura. La gioruata del 6 ottobre e la venuta del monarca a Parigi solennizzarono questa opinione. Con il Re venne nella capi-tàle la Corte, e per il popolo reso già sospettoso e che non poteva nè avvicinare, nè intendere il Re in persona, la condotta ed i discorsi di coloro che lo avvicinavano, divennero la misura dei suoi privati sentimenti. Questa condotta e questi discorsi dei cortigiani erano certamente in aperta contraddizione con le massime dal Re adottate e con li sensi di tratto in tratto da lui espressi alla Assemblea Nazionale. Dunque si sospettarono le sue parole bugiarde e l’apparente bontà in giudicata doppiezza. Il mal tentativo di ritirarsi a Mont-Medy e l’infausto arresto per mal applicati principi di dolcezza seguito a Varennes percosse prima di stupore, e poi alterò d’opinione e di affezione tutto il popolo della Francia. Qualunque giustificazione si facesse dei motivi del Re per ritirarsi entro il regno in un luogo rimoto da strepito ed immune da violenza per maturare e per via di reciproche convenzioni fissare liberamente con l’Assemblea la nuova Costituzione, qualunque appoggio a questa giustificazione cercasse di dare l’Assemblea medesima coi suoi giudizj, con tutto ciò dai furiosi seguì a proclamarsi e dalli ignoranti a guardarsi come un tradimento. L’accettazione della Costituzione temperò l’acredine dei sentimenti, ma non estinse l’origine dei sospetti, li quali di nuovo ripigliarono, quando si seppe che la Corte incoraggiva in secreto l’emigrazione, sebbene in pubblico riprovata dal Re, e vieppiù crebbero quando si videro le unioni armate di questi emigrati sulla frontierafa tenere corrispondenze ed avere sussidj da alcuni della Corte medesima. Invano l’infelice monarca d’animo (buono) disapprovò codeste unioni armate, in vano pregò e comandò di discioglierle, e inviò espressi ministri ai principi territoriali di colà, affinchè dai loro territorj le rimovessero. Esclusive risposte per parte dei principi confinanti e mortificanti rimostranze, tanto per parte dei principi suoi fratelli che delli capi emigrati, rimproverandogli la mancanza di libertà, fu quanto la sua sincerità potè ottenere al di fuori, mentre nell’ interno l’opinione fondata sulle apparenze, accusava lui di secreta connivenza ■