» 117 principe, ohe tende all’ incoraggiamento de’ sudditi, ed a felicitare per quanto è possibile i proprii Stati. Io mi sono forse troppo avanzato in questa mia non breve esposizione, e sarà forse imputato di troppo coraggioso il mio zelo ; ma il dover dell’ officio, del quale sono incaricato, le pubbliche commissioni che inculcano a questo Inquisitorato il bene delle arti, e di suggerire tutto ciò che tender potrebbe a questo salutare oggetto, l’aver conosciuto nei miei maturi esami non solo di questi ultimi anni, ma di tutto il corso della mia vita, la verità delle cose esposte in questa mia carta, m’ hanno appunto dato il coraggio di presentarle a Vostra Serenità. L’ eccellentissimo Senato può ammetterle, e può rigettarle, come sogni d’ un uomo onesto e zelante. Quando per altro vengano ammesse, esse non potranno produr certamente alcun male, e si può all’ incontro sperarne molti vantaggi, perchè sarà sempre vero, che l’incoraggimento delle, arti, del commercio, della navigazione, dell’ industria, produce e produrrà in ogni tempo la virtù, 1’ amor della Patria, ed anche il buon costume, il quale, come l’esperienza dimostra, si ritrova molto più tra chi vive occupato, di quel che sia tra le persone infingarde ed inoperose. Grazie (1) ». Ebbero queste parole, dette con tanta verità e franchezza, il desiderato effetto. Accorse il Governo con la pronta pubblicazione del proposto proclama (2) e con altri utili provvedimenti (3) ; concorsero patrizi e cittadini formando nel 1788 una società d’ assicurazioni (4), (1) Data dall’ Inquisitorato alle Arti li 29 maggio 1784, » Andrea Tron Cav. primo Inq.1'® alla Arti (Scritture Inq.to Arti, all’ Arch. gen.). (2) 2 Settembre 1784. (3) Vedi t. VIII, pag. 153 e seg. (4) Scritture Savi alla Mercanzia N. 18, 27 febb. 1787[9, p. 53.