168 di sessanta milioni per anno, di cui il rimpiazzamento non è effettuato, dalla perdita di venti milioni sul tabacco, di cui fu resa libera la coltura e la vendita, da tante altre perdite, che lungo sarebbe il dettagliare, non vi può essere altra questione che sul quantitativo di queste diminuzioni, che 1’ ex ministro Calonne portò sino a cento-diecinove milioni per anno. La spesa, secondo il rapporto dello stesso Comitato delle Finanze dei 13 agosto passato, è di cinquecento quarantatre milioni, ed anche accresciuta dopo quest’ epoca per le recenti deliberazioni dell’ Assemblea nazionale. « Questi due fatti della rendita e della spesa non essendo ipotesi, la differenza dell’ intiero loro risultato, che io non oso quiditare con precisione, è però assai grande, anche dopo l’aggiunta alla rendita di cinquanta milioni in sostituzione alla gabella ed altri diritti soppressi, e 1’ altra aggiunta nell’ imposizione reale, che scaturisce dalla soppressione dei privilegi sulle terre. Ecco uno sbilancio ed un deficit senza dubbio maggiore di quello esisteva prima dell’ Assemblea nazionale, nè vi è altro mezzo di livellar la rendita colla spesa, che quello di una aggiunta d’imposizione. « E impossibile caricar maggiormente le terre senza un eccidio dell’ agricoltura, e le imposizioni indirette sulla rendita consumo ed altro oggetto caderebbero sul popolo, al quale si è sempre parlato di diminuire, e non di accrescere i pesi. E poi, come costringere alle imposizioni un popolo armato, quando la forza non esiste in mano di chi ha da esigere, ma di chi ha da pagare ? Forse che i Francesi vorranno, che tutto il frutto della rivoluzione sia di essere sopraccaricati di una massa d’imposizioni reali e personali ? Li beni del clero e quelli della Corona, chiamati dominii nazionali, sono ancora una