52 meno sufficiente d’istruzione.’Ma non mancano altresì abbondanti prove più manifeste dell’ amor posto alla cultura dei Veneziani anche nel secolo scorso e fino negli ultimi tempi della loro repubblica; per convincersene basta considerare il gran numero di biblioteche pubbliche e private, delle ricche collezioni di belle arti e di anticaglie, di musei d’ogni specie che allora esistevano (1), gl’ incoraggiamenti che venivano dati alle pubblicazioni di opere grandi e pregiate (2), l’operosità in generale della stampa. E se pur vuoisi accagionare la letteratura veneziana d’un certo carattere forse troppo esclusivo, come più rivolta agl’ interessi, ai bisogni della propria repubblica, che non ad arricchire il comune tesoro dell’ italiano sapere, non si potrà per alcuno contrastare 1’ influenza esercitata dallo Zeno e dal Gozzi sulla ristorazione del buon gusto e della lingua, del Goldoni sulla riforma del teatro, e parecchi nomi incontriamo risalendo nei secoli, che van posti tra gl’ illustri di ogni nazione. Dei quali ci basti ricordare Paruta ed il Sarpi. Di questi abbiam detto altrove ; or diremo di alcuni altri, che vissero quando già gli ordini della loro patria sempre più si discioglievano, e 1’ operosità della mente al pari della governativa, secondo il comune giudizio, veniva mancando. . \ (1) Pesaro, Pinelli, Nani, Zeno, Farsetti, Contarini, Grimani, Pisani eco. ; la grande collezione messa insieme dal nob. Teodoro Correr di libri manoscritti e stampati, pitture, incisioni, disegni, bronzi, lavori di tarsia, porcellane, uccelli imbalsamati, oggetti antichi e e rari d’ogni maniera, poi con non mai abbastanza lodato pensiero lasciata in morte al Comune, ora aperta al pubblico sotto la premurosa e intelligente direzione del cav. dott. Vincenzo Lazzari in cui l’erudizione va di pari colla squisita gentilezza nel prestarsi alle altre ricerche. (2) Il cav. Francesco Pesaro tra altri fece eseguire la splendida edizione della Storia veneziana del Bembo secondo la sincera lezione rinvenuta negli archivi. Per cura specialmente delle Corporazioni religiose videro la luce tali raccolte ed edizioni voluminosissime in foglio che ora nessun tipografo per certo intraprenderebbe.