480 venire 'a sua depositaria del commercio d’ Italia e di Francia dando a questa le occorrenti derrate italiane, e ritraendo da quella le produzioni delle isole per provvedere la prima non mano che la Lombardia, il Veneziano, gli Svizzeri e la Germania, Passando poi all’ utilità politica per la nazione, può la Repubblica contare sulla debolezza nella quale resterà per mezzo della Francia tanto la casa di Savoja che non potrà mai più riavere il Nizzardo e la Savoja e che doverà appena limitarsi al Piemonte, quanto nella debilitazione della Casa d’ Austria a che la Francia lavora in modo di renderla presto effettuata, qualora ’.a Repubblica voglia concorrervi utilmente giacché tolto il Milanese alla Casa d’ Austria e di Savoja, come anche il Cremonese e il Mantovano che formerebbero un corpo a parte e separato, ma congiunto con alleanza, resterebbe la Repubblica di Venezia inabile ora mai ad agire, studiosa di riparare in qualche modo il suo commercio pregiudicato, e contenta della privata aristocrazia senza curarsi d’ altro; ed i Stati di Parma, Modena e Pontifìcio vicini a diventare indipendenti avrebbero bisogno dei soccorsi della Francia e della Repubblica di Genova, giacché tutte le cure della Francia sono quelle di togliere al Re di Napoli la preponderanza che per la bellezza de’ suoi Stati prenderebbe in Italia, ed opporgli nella Repubblica una forte barriera per la via del commercio nel Mediterraneo, come una strada di dare alla Francia un passo ad impedirgli le viste sullo stato Pontificio, che non deve restare fra le mani di chi vi mira. Queste sono all’ incirca le parole generali della memoria di M.r de Naillac, allo quali aggiunse, che gode di presentare al governo questo quadro onde possa vedere le convenienze sue rapporto ai vantaggi di commercio e di estensione di territorio che gli potrebbe procurare 1’ alleanza francese. X-V. Dispaccio Fontana da Napoli 2 dicembre 1792. (M.). pag. 201. Serenissimo Principe. Devo riferire a V. Ser. ed a VV. EE. un fatto occorsomi a render conto delle mie direzioni per implorare se lo meriti il sovrano benigno compatimento.