273 più volte tentati per condurla a maggior ordine e migliore applicazione. Assoggettavano poscia, dopo lunghi e maturi studii, un progetto generale di semplificato ordinamento, con ragionate classificazioni dei delitti, dei rei, e delle pene, delle forme giudiziali e di procedura. « I nostri sforzi e desiderii, scrivevano, sono rivolti ad ottenere che scemate sieno l’impunità, la lentezza e il disordine, scogli ne’ quali urta e si perde 1’ autorità delle leggi penali, e per i quali tanto s’ accresce la massa de’ delinquenti ». Il 29 marzo 1792 il Senato approvava il nuovo progetto, e decretavano 1’ esecuzione. Non minor sollecitudine spiegava il Consiglio de’ Dieci per la riforma delle carceri intorno alle quali accoglieva un ampio e diligente rapporto il 15 marzo 1792. Gli avogadori in una loro scrittura del 12 settembre 1795 insistevano, tra altre cose, sulla necessaria separazione delle classi tra i colpevoli, e sul miglior trattamento delle pazze, alle quali non può essere colpa- la loro disgrazia (1) ; e nuovi studii fa-cevansi sull’ argomento ancora il 14 marzo 1796 (2). Dal canto suo il magistrato alla Sanità promoveva,' la compilazione di un Codice farmaceutico, per opera di varii distinti professori, ma che, sebbene pubblicato nel 1790 a Padova, veniva poco dopo ritirato d' ordine dello stesso magistrato riconosciutane 1’ imperfezione. Ai provvedimenti per la sicurezza della società e per la salute pubblica, quelli si aggiungevano per 1’ istruii) Allora il popolo riguardava come colpevoli i poveri pazzi, e li maltrattava. (2) Democrazia O. S. Busta II, all’ Archivio. Dal rapporto degli stessi abusi si rileva che v’ erano nelle carceri grossi tavolati alle muraglie, strapuntini inchiodati, e ai condannati si somministravano schiavine, cappotti e camicie, e una specialmente dalla fraterna dei prigioni. Si biasimano in quei rapporti l’uso dei camerotti oscuri, la mancanza d’ aria in certe prigioni, e l’affollamento dei detenuti. Voi,. IX. 85