474 è pure intenzione di questo sovrano, così non poteva rifiutarsi alli sollecitati soccorsi. Ecco pertanto chiaramente note le intenzioni di questa Corte declinanti però dalle prime e ristrette al partito della difesa, ecco del pari confermate quelle dell’altra di Torino già da me altra volta indicate, e quanto al momento di verificarle, quantunque possa dipendere dai successi delle armate combinate, dipenderà ancor più dai movimenti delle meridionali provincie delia Francia ove più che altrove fomenta lo spirito di democratica libertà con il suo corteggio d’ insurrezione, di violenza, di crudeltà e di anarchia. XII. Dispaccio dell’ ambasc. Almorò (Alvise) Pisani da Parigi agl’ Inquisitori 4 sett. 1792 (M.J. pag. 192. Ill.mi ed Ecc.mi sigA sigi Prov. Colend. "Nel rispettoso mio numero di questa settimana all’ eccellentissimo Senato rassegno 1’ aperta violazione della posta fatta in Parigi dopo il giorno 13 per la quale ogni scrivere doveva esser cauto, se no ogn’ invio diveniva dubbioso, questa ragione ha fatto che nemmeno sotto cifra mi sono azzardato di nulla dirigere, a V V. EE. dopo quell’ epoca, essendo sicuro che il mio scritto se non fosse stato decifrato sarebbe arrestato e se fosse decifrato sarebbe stato troppo dannoso per alcune persone. In adesso che un libero commercio si riapre alla mia comunicazione, mi fo dovere di depositare nel seno di VV. EE. alcune notizie relative al giorno dieci che possono spargere del lume sulli avvenimenti passati e sull’ avvenire. Non compete a me di accennare quale uso di comunicazione la sapienza del supremo Tribunale sia poi per farne. La giornata del dieci fu un oggetto di combinazione d’ ambe le parti, e l’esito ne fu deciso dalla mala condotta dell’ un partito, come è il solito delle battaglie. Dopo la dichiarazione della guerra, non si sa ancora con quali