378 Tuttavia cercava il ministro dogli affari esterni de la Croix di confortare la Repubblica alla pazienza, col qualificare i presenti mali come momentanei e derivanti soltanto dall’ assedio di Mantova, al cessare del quale quelli pure cesserebbero, e che infine la Repubblica stessa avrebbe a trovarsi molto compensata dal vantaggio immenso che le deriverebbe, quando tutta 1’ Italia fosse liberata dol giogo austriaco. Ingegnavasi poi di togliere ogni sospetto che i Francesi avessero alcuna mira sopra Venezia, anzi interrogando l’ambasciatore sullo stato delle sue relazioni col Trentino e coi Grigioni, facevasi intendere essere possibile per la Repubblica un aumento di territorio da quelle parti (1). Ma il Querini lungi dal lasciarsi allettare da codeste magnifiche speranze, insisteva sempre sul sollievo delle tante sciagure de’ sudditi, e alle domande di Rewbell circa agli armamenti che Venezia faceva, rispondeva, come già altra volta (‘2), non essere strano se il governo veneto facesse disposizioni per difesa propria e non per offesa di alcuno, e che non avendo potuto assicurare la sua neutralità lasciando inermi le suo provincie di Terraferma, riposando sui principii in ogni tempo e generalmente osservati, si trovasse nella necessità di guarentirsi almeno nella capitale e nel circondario delle lagune, onde impedire che bande di soldati o fuggitive o insecutrici venissero a portarvi la confusione e disordini, e che sotto il pretesto della convenienza di operazioni militari di qualche esercito, succedesse a Venezia ciò eh’ era succeduto a Verona ed in quasi tutte le altre città e fortezze dello Stato. Tacque Rewbell, e tornando sulle offerte territoriali, accennava al Bolo- (1) Lett. Querini 22 luglio 1796 Parigi. ('¿) Idem 9 agosto : daremo nei documenti tutte queste lettere interessantissime tratte dall’Archivio di s. Fedele a Milano.