125 minio Corner, Podestà nel 1793, troviamo ancora ricordato il Consiglio composto di nobili, dottori, cittadini, notai e mercatanti, dai quali venivano tolti tutti gl’ individui pei varii ufficii. La provincia era descritta ancora nel 1794 come una delle più felici dello Stato per la fertilità del suo territorio, e la dovizia de’ suoi nobili e cittadini ; tuttavia molta poveraglia vi si trovava e tra questa molla gioventù oziosa, che vivendo senza mestiere e disordinatamente, aumentava il numero già troppo grande dei ladri e masnadieri, de’ quali il paese era infetto. Invocava il Rettore come efficace rimedio l’istituzione di fabbriche industriali e il lavoro di strade che sarebbero divenute utilissime alla pubblica prosperità ; contro i malfattori pene severe e opportuni provvedimenti. Il Monte di Pietà era bene amministrato, ma osservavasi il solito disordine nei pagamenti delle pubbliche gravezze per parte delle varie sottoposte comunità di Portobuffolè, Oderzo, Motta, Asolo, Castelfranco, Serravalle, Mestre e Noale, disordine derivante dalla troppa indulgenza ed anche trascuratezza del fisco nelle esazioni, onde generalmente, come abbiamo notato altre volte, era la parte delle finanze la più debole e difettosa della Repubblica. Nello stesso anno 1792 lamentava il podestà e capitano Francesco Ermolao Balbi (1) la sterilità del territorio Bellunese (30716 abitanti) ove tenue era il raccolto del grano e del vino, incerto inoltre per la varietà e incostanza del clima, che nel più bello distruggeva ad un punto tutte le speranze del misero agricoltore, onde era il governo costretto a provvedere perchè r^on vi mancassero le sussistenze. Il fiume Piave sul quale è posta Belluno, capace, col mezzo delle zattere, al trasporto (1) Relazioni Rettori, nell’ Areh. gen.