li fazione dei giovani nobili che per la prima volta venivano ammessi al Maggior Consiglio. La comodità dui vestirsi e dello spogliarsi (dacché accettate da’ nobili nel comune uso della vita, le fòg-gie francesi, non potevano però farsi vedere in piazza, e mono comparir negli affidi senza la toga patrizia) come pure 1’ opportunità d’ un luogo ove riposare, ricever visite, od attendere alle proprie particolari faccende, aveano introdotto dapprima il costume di tenere piccolo appartamento sulla piazza o nelle vicinanze (1), ma poi i Casini divennero di moria, divennero luoghi di genia! riunione, di liete brigate e di nascosti amori, ma fu come al solito esagerato nella loro diffamazione. Ne aveano anche le gentildonne, ove la sera adunavasi talvolta intorno ad esse brillante crocchio, venivano presentati i forestieri, e passavasi il tempo chiaccherando, giuocando, e spesso nuche quelle occupandosi di qualche lavoruccio. V’ erano però anche casini sociali, e svariatissimi, secondo le classi ed i gusti delle persone che li componevano ; cosi ve n’erano pei nobili, pei secretari, per gli avvocati, per le donne attempatelle e vecchie, pei mercanti, per gli ordini inferiori. Dominava in essi per lo .più il giuoco del tresette, in taluni, dopo chiuso nel 1780 il Ridotto, si gìuocava fortemente, davansi cene, tenevasi allegra brigata, ma i più elevati si trovavano altresì torniti di giornali, libri e carte geografiche per soddisfare alla curiosità, e ad utile trattenimento intorno alle cose del mondo (2). fi) L’ ab. D. Juan Andres nelle sue Carta* familiare», dirette al fratello Carlo in nn viaggio fatto in Italia nel 1783, e. stampate a Madrid 1790, dice espressamente ohe ogni patrizio ne uvea per sua comodità del non andare e tornare più volte dal suo palazzo : lo» ¡tenore» suelen tnmhien ile dia retirame alti alginia» vece», y panar varia» horcis, y de&pachur variox nègoeio». (2) Andres molto ne loda l’uso, e li vorrebbe introdotti anche in