33 r cammina, era alfin giunto alla corte del conte Corrado suo zio, aveva veduta la bella cugina, e se n’era invaghito per modo, che poco gli pareva adamarla un cuore. Adelia gli diceva: Oh mio Ruggiero! ed egli: Rendemi Questo amor mio migliore, Mi par, mi par risorgere Come fenice in te j ed ella: Oh in quale amor più credere Se questo amor non è! Eppure avea torto. Cosi passavan le cose : quando in mal punto arriva in Tiro il detto Corrado di Monferrato con la detta dama Emma d’Antiochia, allora allora sposati; e immaginatevi quale non si fu il suo stupore quand’ella al primo metter piede in terra, trova quivi il bel giovine da cui era stata divisa dalla legge inesorabile! Qui la dama Emma incomincia a compiere gli ufficii del nuovo suo stato col piantar una buona carota al povero Corrado per nascondergli la vera cagiona del suo turbamento; poi subito dopo accetta u-na visita del detto bel giovine: di che si vede che la voce di Sionne aveva assai ben consigliato il povero Corrado, e eh’ egli aveva veramente dato in palla d’oro. Succedono intanto le nozze de’ due cugini; ma il cugino che prima si lagnava d’avere un solo cuore per ¡scrupolo di non amar assai la cugina, conosce ora che credeva solamente di poterla amare j l'amor suo disparve j Emma sola è ora l’arbitra del suo cuo-