267 corrispondenza ed amicizia, giustificando il passaggio delle truppe austriache coll’ esistenza di antichi trattati : ricordava avere fino dal principio delle presenti vertenze severamente ingiunto ai sudditi e navigatori il più irreprensibile contegno verso i Francesi, e rinnovato teste il decreto a tutt’ i rettori, provveditori e capitani di mare, di badar bene che non venisse sturbato 1’ ordine, nè dato motivo alcuno di osservazione o querela a quella nazione ; se il sacro dovere di ogni governo di vegliare alla propria conservazione e alla tranquillità de’ sudditi avea dato motivo ad alcuni rigorosi provvedimenti contro qualche individuo, non essere mai a questo chiusa la via ai tribunali per ciò che fosse di diritto e di giustizia ; quanto poi al soggiorno del conte di Lilla aver già l’ambasciatore veneto a Parigi ricevuto le occorrenti dilucidazioni sul proposito, mercè le quali sarebbe, come spe-ravasi, dileguata ogni ombra di diffidenza e di scontentamento verso la veneziana Repubblica ; che quanto infine al compilatore ed editore della Gazzetta Notizie del Mondo, essendo massima del Senato che sieno sempre scrupolosamente usati i riguardi dovuti verso i governi e le nazioni tutte, erane stato ordinato 1’ arresto, e nel medesimo tempo s’ era data ammonizione al revisore d’ essere per lo innanzi più cauto ed avvertito nell’ esercizio della propra carica. L’ inviato francese si tenne contentissimo di tale risposta del Senato e domandò anzi egli stesso la liberazione del gazzettiere, onde ogni vertenza pareva pel momento appianata, e il buon accordo ristabilito (1). Ma le lusinghe che nutriva il Senato quanto al buon effetto degli schiarimenti mandati al Querini a Parigi intorno al soggiorno del conte di Lilla a Verona, non si (1) Esposizioni Principi, 2 marzo 1796.