176 usciti, oredevasi chiamato dal cielo a salvezza del re e al sostegno del principio monarchico, quando avendo inasprito la nobiltà per lo scemamente dei privilegi, il popolo per le nuove gravezze, fu ucciso in un ballo il 16 marzo 1792 da Giacomo Ankerstrom. Anche la Spagna armava, ma senza ancora uno scopo determinato. Quanto all’ Austria sotto il buon imperatore Leopoldo II, che avea ridonato la quiete a’ suoi Stati, in parte sollevati, in parte prossimi a sollevarsi per le incaute riforme di Giuseppe II, stavasi esitante, nè sapeva risolversi ad entrare francamente in una guerra che trascinar dovea tutta 1’ Europa a mali infiniti. Resistendo perciò ai maneggi e alle persuasioni dei fuorusciti, Leopoldo avea vietato perfino l’ingresso nei proprii Stati al conte d’ Artois, fratello del re Luigi XVI (1), fuggito di Francia, e intrapreso un viaggio in Italia alla fine del marzo del 1791, arrivava a Venezia in compagnia del re e della regina di Napoli. Colà si recavano altresì il granduca e la granduchessa di Toscana coi figli, e 1’ arciduca governatore di Milano colla moglie festeggiati, per quanto potè vasi, nello stretto incognito che volevano serbare. Destinato ad accompagnare l’imperatore il cav. Francesco Pesaro, questi riferì poi in Senato le conversazioni seco lui avute (2), e ricordava tra altre cose come Leopoldo mostravasi oonvinto della vera sapienza e utilità delle leggi della costituzione veneziana, onde s’era espresso più volte : che solo la fermezza (1) Vietava 1’ imperatore l’ingresso ne’ suoi Stati al co. d’Ar-tois partito da Torino e rifiutavasi a qualunque abboccamento per non dar sospetto all’ Assemblea nazionale che attentamente vigilava. Carte degl’ Inquisitori, Conti di Provenza e di Artois all’Arcb. gen. Vedi anche tutta l’informazione, in Cons. X Parti segrete, t feb. 1790/1. (2) La Relazione 1-1 aprile leggesi nel Cod. Cicogna 2986.