428 A tanto romoreggiar d’armi sul territorio veneto, e alle violenze che ne seguivano, scuotevasi il Senato, e Marc’ Antonio Michiel domandava un’ altra volta il 9 marzo di parlare sugli orrendi disordini e sui pericoli in rispetto politico ed economico ai quali restavano abbandonati i territorii della Terraferma, massimamente i più vicini alla Dominante a causa dell’ esistenza d’un numero sempre maggiore d’estere truppe e dell’ eccessiva quantità dei generi che esigevano per la loi-o sussistenza. Domandava quindi, che sull’ esempio del praticato in ogni altra straordinaria sopravenienza, fosse istituita una vigilanza speciale ed un’ autorità suprema, a cui mettessero capo tutte le faccende, che conoscesse il complesso dei bisogni, e avendo sott’ occhio ogni particolar rapporto e contingenza delle presenti cose, potesse reprimere particolarmente la malizia e gli abusi, tanto per parte dei com-missarii degli eserciti, quanto degli abbondanzieri sudditi, per 1’ avidità dei quali venivano ad aumentarsi esuberantemente i dispendii ed i pesi dell’ ei'ario. Rispose il Savio in settimana cav. Pesaro, dimostrando la differenza della neutralità presente dalle passate, il poco frutto e gl’ inconvenienti che ora potrebbero emergere dalla destinazione di una carica straordinaria, già esclusa dai voti del Senato nelle passate settimane, ed assicurando delle incessanti meditazioni dei Savii anche sul proposto oggetto, concluse coll’ osservare che si era fatto e si faceva tutto il possibile per dar assistenza ai sudditi, e per preservare la pubblica economia. Insistè ancora il Michiel per un provedimento qualunque che valesse a porre in zioni di gioja (degli abitanti per la venuta del principe Carlo) a co-desta parte, oflendenti i riguardi di neutralità. Delib. Sen. T. f. mi!. E il 4 il Magistrato alle acque portava lagnanze per alcuni lavori fatti dagli Austriaci alla Piave. Ibid.