241 nelle loro mire, come dicevano, di olandizzare gli Stati veneti (1). Altro dispaccio del 17 febbraio 1794^5 conteneva 1’ avviso delle lagnanze che facevansi in Francia per la dimora del Pretendente a Verona (2), pei maneggi che da colà si ordivano, e per non aver ancora la Repubblica corrisposto all’ invio del rappresentante francese a Venezia, giacché non era a tenersi conto della casa lasciata aperta dall’ ambasciatore Pisani a Parigi, mentr’ egli continuava a dimorare a Londra ; avvisava che grand’ esercito preparavasi all’ invasione dell’ Italia, e tutto mette-vasi in opera per democratizzarla, e farla così entrare negl’ interessi della Francia, per poi incalzare gli Austriaci in Tirolo, a Trieste, nella Carintia, e fino a tanto che si riducessero alla pace ; che il Comitato di Salute pubblica avea designato di stabilire i confini della Francia da’ monti, dal mare, dal Reno ; che dal Milanese si darebbero compensi al re di Sardegna, al granduca di Toscana e alla Repubblica di Venezia ; che conchiusa la pace col granduca di Toscana, or maneggiavasi quella colla Prussia. Infine altro dispaccio ancora del residente Giuseppe Maria Giacomazzi da Torino confermava il grosso adu-namento di truppe da terra e da mare, e che grandi magazzini si formavano nel golfo della Spezia, conchiudendo che il pericolo facevasi sempre maggiore ed urgente ; badassero a ripararvi. A queste notizie il Senato ordinò tosto la pronta convocazione di tutt’ i Savi del Collegio, anche usciti, per discutere sull’ argomento e trovare modo di rendersi benevola la Francia. E prima di tutto fu deliberato dover- (1) Condotta ministeriale del co. Rocco Sanfermo, p. 14 e seg. (2) 17 Febb. 1794/5 Memoria, pag. 78 e Raccolta, pag. 43. Vol. IX. 31