278 Proposta dunque in Senato l'ardua deliberazione, orava Francesco Pesaro procurando destare la compassione per l’infelice principe che non trovava terra che lo accogliesse, rappresentava vivamente il timore di esacerbare pel suo allontanamento le potenze alleate senza per questo avanzare d’ un passo nell’ amicizia della Francia, già evidentemente poco ben disposta verso i Veneziani ; consigliava quindi, il sacro diritto di ospitalità si rispettasse. Ma diversamente opinavano i Savii del Consiglio, Alessandro Marcello, Nicolò Foscarini e Pietro Zen, i quali dicevano non doversi per la compassione di un principe che colla sua condotta avventurava sè stesso e chi gli avea dato ricetto, mettere a repentaglio la sicurezza della Repubblica ; che appunto per non essere la Francia troppo ben disposta verso di questa, non conveniva con una ripulsa alla sua domanda viemaggiormente irritarla e spingerla agli estremi ; che gli altri sovrani, persuasi della condizione vera delle cose, non avrebbero motivo di risentirsene, nè avrebbero essi, che di accogliere il conte si erano rifiutati, diritto alcuno di esigere che la Repubblica, con suo danno e pericolo, avesse più oltre a ricoverarlo. Il partito dei Savii fu vinto con centocin-quantasei voti contro quarantasette, e 1’ allontanamento del conte di Lilla fu deliberato, delegandone 1’ esecuzione delicatissima agl’ Inquisitori di Stato. Inviarono questi prontamente a Verona il loro segretario Giuseppe Gradenigo, e dopo lina sua conferenza con quel rappresentante Antonio Marin Priuli li, fu incaricato il marchese Carlotti della difficile missione (1). Pre- (1) Carlotti marchese Alessandro, nato a Verona 1739, ebbe accurata educazione, molto viaggiò, visse con diplomatici, scienziati, artisti, operai, usnndo alle Corti, a’ mercati, nelle officine, onde fece ricco tesoro di cognizioni ; promosse l’istituzione dell’Accade-