426 so, ma sembravagli non potersi persuadere che da quel governo si tentasse, contra ogni buon principio, di tradire in siffatto modo la buona fede e che si volesse iniquamente abusare della religione d’una potenza amica e neutrale. Averlo bensì Rewbel rassicurato, purché la Repubblica continuasse a tenersi neutrale, ma ben sapersi quanto poca fiducia fosse a mettere nelle asserzioni di questo governo, il quale faceva dipendere le sue determinazioni soltanto dalla eventualità delle circostanze e dal proprio interesse. Apparire decisa una nuova campagna, durante la quale rimanendo sospese le negoziazioni, v’ era luogo a sperare che il tempo e il cambiamento d’ un membro del Direttorio, e la rinnovazione d’un terzo del corpo legislativo potrebbero portare qualche alterazione nella politica esteriore, e nella condizione presente delle cose assai imbarazzante e pericolosa per la veneta Repubblica. Difatti l’avvicinamento del principe Carlo che vincitore in Alemagna veniva a prendere in persona il comando dell’ esercito in Italia, il ritorno di Bonaparte, dopo accomodato col papa pel trattato di Tolentino, (19 febbraio) nell’Alta Italia, ove volgeva ogni cura a rafforzare il suo esercito con truppe levate e disciplinate nei nuovi Stati, accennavano che ben presto il paese veneto sarebbe fatto di nuovo campo a furiose battaglie. Diveniva quindi necessaria ai Francesi una pronta comunicazione colle create repubbliche, la quale sarebbesi più sicuramente ottenuta incorporando la Terra-ferma veneta alla Cispadana. L’occupazione di Brescia, Bergamo, Salò, Peschiera, Yerona e Legnago era già un gran passo fatto verso il compimento di tale disegno, ma era tuttavia necessario di valersi dei raggiri della politica per più sicuramente, e con meno difficoltà e sacrifìcii pervenire allo