327 colato sulla forza delle rispettive popolazioni, del numero che sarà accettato e ordinato, sia umiliata col mezzo del nostro commissionato difendente Bidasio Imberti a piedi del trono del Serenissimo principe 1’ offerta del numero di diecimila uomini de’ nostri abitanti atti alle armi, li quali armati colle proprie armi, e regolati come parerà alle saggie disposizioni del Sovrano, siano pronti ad accorrere a servire ai pubblici comandi in ogni luogo di questa provincia bergamasca, alla ditesa e conservazione sotto a questo amatissimo dominio, e di far sentire al principe la volontaria disposizione di portare quei pesi che fossero occorrenti per conservare la comune felicità, supplicando il zelantissimo ed amatissimo nostro pubblico rappresentante nobil uomo Alessandro Ottolini, verso cui queste popolazioni hanno mille veraci doveri por le prudenti misure costantemente adottate per la sicurezza ed il bene di questi popoli, ad accompagnare benignamente questo nostro Commissionato, che porta tale sincero attestato della nostra fedeltà e suddito amore, desiderando che sieno messi alla prova li sentimenti di gratitudine e di zelo per li quali siamo unanimi fino alla morte per la gloria e difesa del più giusto e benefico de’ sovrani ». (Seguono le sottoscrizioni) (1). Della sincerità e spontaneità delle quali offerte non panni aversi a dubitare, quando si guardi ai fatti, e si consideri specialmente che, come scriveva Gr. B. Contarmi podestà di Crema il 30 luglio da quella città, « i tragici avvenimenti, le stragi e atrocità di cui fu feconda la rivoluzione di Francia, ed il vicino orrido spettacolo di quanto operarono i Francesi nel rapido corso delle conquiste ed occupazioni loro in Italia, fece che il (1) Seguono gli atti relativi ed altre offerte della Comunità di Martinengo, valle Seriana ecc.