115 Sino a tanto però, che si doni pensiero a questo bilancio e s’impegnino gli uomini in queste idee salutari, Vostra Serenità vorrà aver in vista e coltivar questa massima tendente alla preservazione del dinaro, procurando che tutte quelle manifatture, che servono per usi pubblici, siano di quelle che si fabbricano in Venezia o altrove ne’ pubblici Stati, quand’ anche la provvista delle medesime dovesse costare qualche maggior esborso al-1’ erario ; massima già stabilita anche nel Decreto 1778. Infatti se, per esempio, il principe deve provvedere del panno pei suoi soldati, egli opera con principii analoghi al pubblico bene se lo paga a lire otto al braccio fabbricato nello Stato, piuttosto che a lire sette veniente dall' Estero, perchè nel primo caso tutto o la maggior parte del soldo che spende, resta nello Stato medesimo, e nel secondo egli esce ad impoverimento della nazione, e ad avvilimento delle arti. Nei tempi presenti d’ Europa illuminatissimi in queste materie, lo studio è arrivato tant’ oltre su tale particolare, che le pensioni che danno i principi a vecchi ministri, uf-fiziali, e ad altre persone, gliele danno a patto di vivere nello Stato, e con gran difficoltà si permette a sudditi danarosi lunga dimora in alieni paesi, perchè non esca appunto dalla nazione il dinaro. Gl’ Inglesi hanno più volte discusso in Parlamento codesto punto, e sebbene ancor non fu preso, perchè forse contrario ad alcuna loro costituzione, tuttavia hanno molti altri regolamenti che tendono a questo medesimo oggetto. Se Vostra Serenità vorrà adunque coltivar questa massima, potrà intanto darne le relative istruzioni ai signori Savii cassieri, a’ Magistrati de’ Cinque Savii alla mercanzia, e alle Rason vecchie per li reflessibili regali che secondo il consueto spediscono annualmente in Costanti-