348 passo sopra le solito querele dell’ occupazione fatta dagli Austriaci di Peschiera, sopra 1’ asilo dato al conte di Lilla ed a tanti emigrati a Venezia, il soggiorno de’ quali serve anch’ esso a suscitar la nazione contro i Francesi ; che la Francia grande e trionfatrice non doveva soffrire simili ingiurie, e che per questo poteva esigere che col fatto fossero riparate ; essergli già stato comunicato dal ministro Lallement la risposta del Senato alle sue proteste sopra 1’ armo, che questa risposta era inconcludente nè do-vea distoglier lui, generale, dal considerarla di niun valore perchè vuota d’ effetto ; al qual passo parlando del Lallement medesimo come d’ un uomo inetto, mi disse che si sarebbe veduto col fatto essere inutile anzi dannoso lo studiare ritàrdi col pretesto di andata e venuta di corrieri da Parigi a Venezia ; eh’ egli avea prese le opportune disposizioni non tanto per ridurre inutili tutti gli sforzi degli Austriaci, resi sempre più vani per la prosperità continuata delle armi francesi sul Reno, ma per essere in istato di farsi padrone di tutta la veneta Terraferma a causa dell’ equivoca condotta dei Veneziani, col mezzo della quale occupazione avrebbe avuto il modo non solo di mantenere abbondantemente tutta la sua armata, ma di levar delle contribuzioni pesantissime, trasportandone il ricavato a Parigi, come avea fatto in altri Stati d’ Italia, acquistando un diritto di trattarla come nemica. Se un tal discorso gravitasse sopra il mio cuor cittadino lo possono imaginar VV. EE., come pure se io m’ abbia studiato con ogni mozzo di togliere da così fatali disegni 1’ animo d’ un uomo, il discorso del quale quanto più era vestito d’ un’ aria tranquilla o piuttosto cortese, altrettanto faceva temere che nessun mezzo 1’ avrebbe tolto dalle prese deliberazioni. Riandando i fatti principali da che cominciò questa guerra desolatrice, dissi che un tratto