421 Importantissima, come ognun vede, è questa lettera, nella quale si scorgono indirettamente accennati i primi indizii di quella politica, che fu poi eseguita dai Francesi fino al termine per la ruina della Repubblica Veneta. All’ incontro scriveva contemporaneamente il ministro della Repubblica di Venezia Alvise Querini da Parigi il 3 novembre in cifra agl’ Inquisitori di Stato, informandoli di una segreta conferenza avuta col direttore Rewbel (1), il quale dopo le solite lagnanze sul contegno della Repubblica veneta, era passato a dirgli che non sapeva comprendere come non volesse ella unirsi al Governo francese per togliere alla Casa d’Austria qualunque influenza in Italia. Ricercandogli il Querini qual sicurezza si potesse dare che i Francesi riuscissero a scacciare gli Austriaci dall’ Italia in modo che la Repubblica di Venezia non avesse in seguito a pentirsi d’ essersi dipartita dalla sua neutralità, avea quegli risposto che la Francia faceva tutto il possibile per conseguire quest’ oggetto, ma eh’ egli credeva che neppure la neutralità non salverebbe la Repubblica dalle mire e dalle ambizioni dell’ imperatore, al quale non sarebbero mancati pretesti, per effettuare contro di essa i suoi progetti ; che se Venezia per non esporre immediatamente i suoi Stati rifiutava d’ entrare in un’ allenza colla Francia ed unirsi con essa nella presente guerra contro 1’ Austria, chiedeva il Direttorio che almeno vi aderisse per garantire e difendere in seguito l’Italia dall’ influenza che volesse tornarvi a prendere 1’ imperatore. Non avendo il Querini facoltà di dichiararsi su questo argomento, guisa da sottrarre facilmente al successore di Pio VI il carattere di principe secolare ». Infatti tale era una delle combinazioni proposte dal Direttorio, cioè di compensare l’imperatore con una parte degli Stati Pontificii. Lettera del Direttorio al Clarke. Darù, XI, 4 novembre, pag. 247. (1) Raccolta cronol. I, 211.