336 cU s. Andrea, e nelle case contigue ben addentro nella città ; che le loro batterie erano numerosissime ed il fuoco incessante ; che se l’Austria non accelerava i soccorsi, era inevitabile la resa. E nello stesso tempo informavano del fermento che manifestavasi specialmente nel Veronese per la presenza delle truppe francesi, le quali aveano perfino occupato il castello, e imposto 1’ allontanamento degli Schiavoni e delle artiglierie ; che gli abitanti aspiravano solo ad un cenno del loro governo, od almeno ad un tacilo consenso per insorgere, partendosi da quella moderazione in cui si erano fin allora quasi miracolosamente conservati ; che alle vessazioni ed alle enormità di ogni genere per parte dei Francesi, erasi aggiunta una epizoozia funestissima alla specie bovina, nel momento stesso che di questi animali più facea uopo pel consumo e pel carreggio ; correr voce che Bonaparte manifestasse ancora un desiderio di alleanza colla Repubblica alla quale sarebbe disposto a cedere Mantova, o parte del Milanese od anche tutto con guarentigia della Francia ; che se i Veneti volessero difendere le rive dell’ Adige, egli ritirerebbe le sue truppe dal loro territorio, e ne assicurerebbe loro il possesso. Potrebbero essere finzioni, scrivevano, potrebbero esser parole dettate dal bisogno presente, ma pure meritarsi considerazione. Soggiungevano ancora, già sapersi che gli Austriaci cominciavano a vedere di mal occhio le direzioni de’ Veneziani, e che non sarebbe impossibile che scendendo con nuove forze dal Tirolo, potessero cacciare i Francesi da Verona, e occuparla col medesimo pretesto usato dai Francesi rispetto a Peschiera. Il pensiero di un’ alleanza colla Repubblica pare infatti fosse allora sincero, avendone tenuto ragionamento nel medesimo tempo il sig. di Verninac al bailo veneto Fé-