425 luoghi, che ecco nuova lettera del generale chiedente la nota di tutta 1’ artiglieria e d’ altri attrezzi da guerra esistenti nella città, e che si dovesse far uscire da questa tutto il presidio veneto. Alla riluttanza dell’Ottolini, il Baraguey gli assegnava con soldatesco cipiglio poche ore all’eseguimento. Riuscì all’Ottolini appena di conservarsi un piccolo corpo da collocare alle porte insieme coi Francesi, e bastante appena a mantenere la tranquilità interna, le quali cose, scriveva, « erano state da me prevedute già è gran tempo (1), ed umiliate a pubblico lume, senza riceverne istruzioni a mia regola ». Dava del fatto il Baraguey con non poca jattanza avviso a Bonaparte (2), e ricevevano lodi come di ben eseguita impresa (3). Dolevasene il Senato col Direttorio come di detesta- 1797 bile fatto (4), ma le sue parole nulla fruttavano. Siffatta violenta occupazione era una conseguenza del disegno che da lungo tempo maturava nella mente del Direttorio e di Bonaparte ; ed infatti il 25 gennaio 1797 scriveva il Querini da Parigi (5), che persistendo la Francia nel voler conservarsi le Provincie del Belgio, nè potendosi più dare in compenso all’Austria la Baviera per l’opposizione decisa della Prussia, il Direttorio avrebbe permesso in vece all’imperatore di compensarsi con tutte quelle provinole che oltre la Lombardia gli potessero in Italia convenire, specialmente indicando quelle soggette alla Repubblica, e che il generale Clarke avea ricevuto a questo fine le relative istruzioni e commissioni. Questo progetto, soggiungeva, non riuscirgli nuovo, e averne anche dato cenno al Senato fino dal 10 gennaio dell’ anno scorti) Raccolta cronologica, pag. ‘225. (2) Darà XI, 259. (3j Prov. straord. in Terrai', 2 gen. 1796/7 filza N. 3. (4) 5 Genn. 1797. (5) Carte Inquisitori all’Archivio. Vol. IX. 54