988 miglie più ragguardevoli spaventate dall’ avvicinamento delie truppe repubblicane, di cui temevano, oltre che le armi, l’infezione dei principii, si tenevano preparate alla fuga ; lo stesso re ornai perduta ogni fiducia nelle proprie forze e nell’ appoggio degli alleati, scriveva a Colli domandasse un armistizio per venire poi ad una trattativa di pace, colla mediazione della corte di Spagna. Rispondeva Bonaparte, fosse prima condizione la consegna di due delle tre fortezze, di Cuneo, di Alessandria o di Tortona. E senza intanto sospendere le sue operazioni militari prendeva durante il maneggio Cherasco, e il 26 aprile tutto il suo esercito trovavasi raccolto sotto Alba. Le sue predizioni si erano avverate, 1’ abbondanza era succeduta allo stremo di tutto ; il coraggio, la confidenza delle truppe erano divenuti sì grandi, che non sarebbe stata ornai alcuna impresa stimata da esse troppo ardua od impossibile. Il 28 aprile segnavasi a Cherasco una convenzione col re di Sardegna, in virtù della quale le ostilità dall’ una e dall’ altra parte avrebbero avuto a cessare, nel mentre che si sarebbero trattate vivamente lo condizioni della pace. Fu questa infatti sottoscritta a Parigi il 15 maggio susseguente, e per essa cedeva re Vittorio Amadeo la Savoja e la contea di Nizza, le fortezze di Cuneo, Ceva, Tortona ed Alessandria, od in luogo di questa, Valenza ; prometteva smantellare la fortezza di Susa e la Brunetta ; non dar asilo, nè appoggio ai fuorusciti, sopprimere i processi per opinioni politiche, fornire di viveri 1’ esercito repubblicano ; Vittorio Amadeo sottoscriveva, in somma, il proprio avvilimento. Per questa pace avea Bonaparte diminuito considerevolmente le forzo della lega, e 1’ esercito austriaco congiunto coi soldati di Napoli, e con qualche parte di Tede-