26 ziato la processione che facevasi attorno alla piazza: assisteva egualmente i giorni dell’Epifania, di s. Pietro' Or-seolo, della Traslazione del Corpo di s. Marco e dell’ Annunciazione alla Messa solenne. Singoiar festa era pel popolo la Domenica delle Palme, quando dopo la Messa e le altre cerimonie, gettavansi ad esso dalla loggia sovrapposta alla chiesa, uccelli, colombi e frutta. Nel giovedì santo comparivano sulla piazza all’ imbrunire le sei Scuole grandi processionalmente, ed era una delle processioni più .pompose che di notte si facessero, come quella del Corpus Domini di giorno. Innumerabili le aste, i candelabri, le statue, gli emblemi ed altri arredi di argento e d’oro che vi si portavano in mostra, immensa la profusione di cere, di torcie. Altra solenne processione era quella della sera del Venerdì santo parimenti intorno alla piazza, alla quale intervenivano il doge e i magistrati vestiti di gramaglia, durando poi tutta la notte la illuminazione a torcie delle Procuratie, della chiesa, del palazzo ducale, della zecca, per onorare le processioni che da tutte le parrocchie vi si recavano, passando per le varie vie della città egualmente illuminate, accalcate di popolo che vi accorrea, come ad uno spettacolo, disputandosi poi lungamente quale delle processioni fosse stata la più bella e la più ricca. Prendeva parte pure il doge colla solita pompa agli uffizi e alla messa del sabato santo, e al pontificale del giorno di Pasqua. Scendendo poi di nuovo alla chiesa nel Vespero del lunedì susseguente alla Domenica in AlMs veniva visitato dalle Scuole o confraternite dei mercatanti, dei pittori, dei doratori e d’altre arti, che processionalmente gli passavano innanzi, e gli offrivano non ispre-gevoli doni di cere lavorate. Con maggiore magnificenza, vestito degli abbigliamenti ducali, vi si recava il dì